La “patacca” di Rai Uno con l’improbabile brigante
Se Rai Uno voleva presentare una puntata della serie Beautifull, poteva farlo, senza scomodare Carmine Crocco, il brigantaggio, il risorgimento e l’unità d’Italia. Le due puntate dello sceneggiato si sono risolte in un inanellarsi di storie d’amore, di corna e di riappacificazioni dove i buoni sentimenti, alla fine, l’hanno avuta vinta.
Ma cosa c’entra la storia? Questo povero nostro Paese avrebbe bisogno di filmati onesti per sapere e per capire e si ritrova dei polpettoni che, piuttosto, aumentano la confusione.
Certo, il Carmine Crocco che entra a Potenza, alla testa dei garibaldini, per proclamare l’indipendenza, dovevano risparmiarselo. E il battesimo della figlia – “Libera” – avvolta nel tricolore è un altro dettaglio che, per pudore, poteva essere evitato.
La vera – clamorosa – menzogna è consistita nel presentare il brigantaggio come preesistente all’unità d’Italia e inserire Carmine Crocco in una banda di fuorilegge che, solo eccezionalmente e solo per un momento, hanno accettato di indossare la casacca della politica.
Niente di più falso. Crocco, prima di Garibaldi, non viveva alla macchia e quando capeggiò una banda di rivoltosi lo fece per difendere la propria terra dai piemontesi che l’avevano invasa. Dopo…avvenne dopo… Lo seguirono in mille e altre decine di migliaia lottarono – e morirono – perché volevano governare il loro presente e decidere il loro futuro.
L’argomento non è semplice.
Difficile condensare in una pellicola le vicende (anche complesse) che hanno portato una classe dirigente ad abbandonare il Borbone per schierarsi con i Savoia.
Difficile spiegare che chi voleva la repubblica si è ritrovato una monarchia, anche abbastanza ottusa.
Difficile dare conto di una popolazione che, inizialmente, ha anche parteggiato per Garibaldi che prometteva “la terra ai contadini” ma che, da subito, ha compreso che “si stava meglio quando si stava peggio”.
Gli sceneggiatori di Rai Uno hanno risolto le questioni evitandole e si sono rifugiati nei buoni sentimenti degli innamorati, convinti che l’amore trionfa. Mostrare – per esempio – una rappresaglia piemontese (una delle tante che hanno martoriato il Meridione) poteva disturbare i telespettatori della prima serata.
Ma un approfondimento – anche cinematografico – di quei tempi e di quelle vicende non è impossibile. I “Briganti” di Pasquale Squitieri sono uno splendido esempio di trama avvincente, coerenza storica e onestà intellettuale. Il che spiega perchè quella pellicola è stata boicottata e, per vederla, occorre procurarsela “en clandestine”.
da: http://altrorisorgimento.wordpress.com/2012/02/14/la-patacca-di-rai-uno-con-limprobabile-brigante/
Noi del FLN – Fronte di Liberazione della Napolitania non possiamo far altro che prendere atto di questo scempio cinematografico e continuare a premere sul nostro popolo che viene continuamente martoriato nella coscienza e storicamente mistificato. Almeno avessero fatto sentire il discorso di Francesco II: “Ho preferito lasciare Napoli, la mia propria casa, la mia diletta capitale per non esporla agli orrori d’un bombardamento, come quelli che hanno avuto luogo più tardi in Capua ed Ancona. Ho creduto di buona fede che il Re del Piemonte, che si diceva mio fratello, mio amico, che mi protestava disapprovare la invasione di Garibaldi, che negoziava col mio governo un’alleanza intima per veri interessi d’Italia, non avrebbe rotto tutti i patti e fatte violare tutte le leggi, per invadere i miei Stati in piena pace, senza motivi né dichiarazioni di guerra. Se questi erano i miei torti, preferisco le mie sventure ai trionfi dei miei avversari”.
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