I fondi europei salveranno la Napolitania?

I fondi europei salveranno la Napolitania?

di Maria Carannante

Introduzione

Molti dei sostenitori della macroregione e anche molti indipendentisti sostengono la convenienza nel restare all’interno della Unione europea usando come buona ragione i fondi strutturali. Secondo il loro punto di vista, la Napolitania sarebbe la macroregione o lo stato più povero della unione e per questa ragione potrebbe usufruire di numerosi fondi da utilizzare per lo sviluppo.
Lo scopo di questo articolo è verificare se questa affermazione è vera.

I fondi strutturali

I fondi strutturali sono un intervento di politica economica della Unione europea, che ha gli scopi di ridurre gli squilibri territoriali, di incentivare il raggiungimento della piena occupazione e la cooperazione transfrontaliera. Per ognuno di questi scopi vengono definiti degli obiettivi programmatici, di durata di sette anni, e per ognuno dei quali sono stanziati degli specifici fondi, il primo dei quali, detto “Obiettivo 1” o “Obiettivo convergenza”, assorbe più del 70% del totale. Rientrano nell’Obiettivo convergenza le regioni con un PIL pro capite inferiore al 75% della media dell’UE allargata e le regioni che superano tale soglia a causa dell’ingresso dei dieci nuovi Stati membri, ovvero con un PIL per abitante inferiore al 75% della media dell’Unione europea a 15 Stati membri ma con un PIL per abitante superiore al 75% della media dell’Unione europea a 25 Stati, aventi diritto ad un sostegno transitorio.
Gli stati con un reddito nazionale lordo per abitante inferiore al 90% della media comunitaria hanno accesso ad un fondo di coesione, mentre le regioni ultra periferiche hanno diritto un programma specifico. [1]

Il caso napoletano

A questo punto non resta che verificare se le regioni che compongono il territorio napolitano rientrano tutte nell’Obiettivo convergenza, così come auspicato da chi sostiene che l’Unione europea possa essere di aiuto allo sviluppo economico della Napolitania.

Per l’anno 2010, la regione con il più basso PIL pro capite della Napolitania è la Campania, che si colloca al 44-esimo posto sulle 280 regioni che compongono l’Europa a 27. Alle spalle di essa si collocano una serie di regioni degli stati di recente adesione ed alcune regioni della Grecia. [2] Ciò significa che l’ingresso degli stati orientali della Unione europea ha modificato il concetto di ricchezza in modo svantaggioso per la Napolitania e non è improbabile che i futuri ingressi peggioreranno ulteriormente la situazione.

Il seguente grafico riporta l’assegnazione dei fondi strutturali per il programma 2007-13. In rosso più scuro le aree dell’Obiettivo convergenza, in rosso più chiaro le aree che hanno diritto ad un trattamento transitorio. In blu le aree dell’Obiettivo competitività regionale e occupazione, in azzurro le altre aree

Fondi strutturali

Assegnazione dei fondi strutturali per il programma 2007-13. [3]

Se la Napolitania fosse uno stato indipendente, avrebbe diritto ai fondi strutturali solo per metà delle sue regioni (Campania, Calabria e Puglia), con una regione che ha diritto al trattamento transitorio (Basilicata) e le altre fuori dagli obiettivi (Abruzzo e Molise) che devono quindi contribuire al sostegno delle altre aree. Nell’Europa a 27, invece, ci sono stati il cui intero territorio rientra nell’Obiettivo convergenza (Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania e Slovenia), e stati che hanno diritto ai fondi strutturali per più della metà delle proprie regioni (Portogallo, Grecia e Ungheria). Questo implica che non saremmo nella peggiore delle situazioni neppure nell’Europa a 15, vista la ben peggiore situazione di Portogallo e Grecia.

Hanno accesso al fondo di coesione, invece, Bulgaria, Cipro, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Slovenia, Slovacchia e Romania. Il reddito nazionale lordo non viene stimato a livello regionale, quindi sapere se la Napolitania ne avrebbe diritto se fosse uno stato indipendente necessita di uno studio specifico. [3]

Conclusioni

I dati mostrano che la Napolitania non sarebbe lo stato più povero della Unione europea, come invece si crede comunemente, ma ci sono molti paesi di recente adesione in condizioni ben peggiori. Quindi non è auspicabile che la Napolitania riceva maggiori fondi strutturali di quanti ne riceva ora, e, anzi, si corre il rischio di finanziare gli interventi degli stati dell’Europa orientale, avendo metà del territorio già fuori dall’Obiettivo convergenza.

Riferimenti

[1] European Commission, Cohesion policy 2007-13. Commentaries and official texts, Luxembourg: Office for Official Publications of the European Communities, 2007
[2] Eurostat, Regional GDP per capita in the EU in 2010: eight capital regions in the ten first places, Newsrelease 46/2013, 21 Marzo 2013
[3] European Commission, Eurostat regional yearbook 2007, Luxembourg: Office for Official Publications of the European Communities, 2007

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