Fermenti indipendentisti

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Il Fronte di Liberazione della Napolitania, a seguito del fermento politico dovuto alle competizioni elettorali di carattere regionale e che interessa anche alcune regioni che ci riguardano, quali la Campania e la Puglia, i cui abitanti andranno al voto il 31 maggio 2015, sente accrescere la preoccupazione che vede la propria gente non ancora disponibile a poter votare una lista napolitana e indipendentista. Questo rende il futuro della nostra terra ancora in balìa degli intrallazzi colonialistici inventati dalla politica romana e cisalpina.
La degradante e oppressiva amministrazione italiana sulle nostre terre napolitane sembra continuare indisturbata anche dopo queste consultazioni elettorali, infatti nessuna lista politica mette in discussione l’attuale disastrosa situazione economica e sociale incolpando direttamente lo stato italiano.

Le amministrazioni si danno il cambio da destra a sinistra, da 154 anni cambiano i suonatori, ma la musica è sempre la stessa. Anche i partiti cambiano nome, ma non le persone. Intanto il meridionalismo, ormai disintegrato e inconcludente da anni, si abbandona a corteggiamenti della sinistra italiana. Così come la lista Mò presenta il giornalista Marco Esposito proveniente dagli arancioni di De Magistris e prima ancora dall’IDV di Di Pietro, gli Insorgenti e i Meridionalisti Democratici appoggiano De Luca spalleggiato da Bassolino. Chi parla di indipendenza e lo mette anche per iscritto è la “Lega Sud Ausonia – Per l’indipendenza del Sud”, che non è la bufala proclamata da Salvini, ma un partito esistente dal 1994 con sedi che vanno fino alla Sicilia. Un vero spiraglio identitario sembra essere la lista regionale che fa riferimento al Movimento 5 Stelle, la quale si schiera contro l’euro, contro la politica centralista italiana e europea dei banchieri e con progetti regionali che riguarderanno R. C. Auto, trasporti e sanità, un vero programma di autonomia locale.

In conseguenza alle decisioni prese nell’ultima riunione del Consiglio Direttivo del Fronte tenuto in data 30 novembre 2014, in cui si è disposto la modifica di qualche punto dello statuto, si rende confermata la libera partecipazione politica degli aderenti al Movimento. In particolare l’articolo 8 così rinnovato:

“Il Fronte ammette l’osservazione, l’accordo e la partecipazione, anche passiva, alle competizioni elettorali, considerate vie traverse per la diffusione e il consolidamento dell’idea di autodeterminazione.”

Molto attentamente seguiamo le evoluzioni in Veneto, la cui regione è interessata anch’essa dalle prossime elezioni regionali e dove si vede una forte evoluzione indipendentista con presentazione di una grande lista indipendente o forse due, ma comunque gli indipendentisti veneti avranno la possibilità di poter votare VENETO e non Italia, opera dello straordinario Patriota Veneto Lucio Chiavegato. Il programma? Vincere le elezioni e una volta al governo della regione proclamare unilateralmente l’indipendenza dall’italia. Potrà succedere? Ce lo auguriamo.

In crescendo anche il movimento indipendentista del Territorio Libero di Trieste, in lotta per la propria indipendenza a causa della occupazione italiana in contrasto con i patti internazionali.

A seguito della dichiarazione d’indipendenza dall’Ucraina da parte degli abitanti della regione del Bacino del Donec detta anche Donbass, divisa in due stati – Repubblica Popolare di Doneck e Repubblica Popolare di Lugansk – ai sensi della legge internazionale sull’Autodeterminazione dei Popoli, che Unione Europea e Nazioni Unite hanno totalmente ignorato pur di disconoscere tale libertà indipendentista, FLN intende compiacersi nel riconoscere lo Stato Federale di Nuova Russia composto proprio dalle due repubbliche sopra menzionate. Gli eventi internazionali volgono verso una guerra infinita e allargata, ma confidiamo nel buon senso degli europei a fare qualche passo indietro e a riconoscere l’esistenza di tale nuovo stato comprovato dalla volontà dei suoi cittadini. L’ONU dovrebbe tenere in considerazione il fine della sua esistenza racchiuso nell’Art. 1 Par. 2 dello Statuto delle Nazioni Unite e in cui è scritto:

“Sviluppare tra le nazioni relazioni amichevoli fondate sul rispetto e sul principio dell’eguaglianza dei diritti e dell’auto-decisione dei popoli…”

Questo passo è stato più volte ribadito e viene confermato anche dalla Conferenza per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (CSCE) con l’Atto di Helsinki nel 1975.
Si applichi come è stato fatto in precedenza con il Kosovo.

 

Il Presidente
Antonio Iannaccone

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