Grande partecipazione sabato 13 aprile a Pescara. Un intero popolo sceso per le strade formando vari cortei, organizzati da molte associazioni e gonfiati da gente comune man mano che ci si defilava per la città, fino ad arrivare sul lungomare dove ci si è incontrati nella piazza a ridosso della spiaggia e dove si è svolta una serata d’intrattenimento con canti e balli. L’Abruzzo è sceso in strada a protestare le decisioni italiane di trivellare ed estrarre il petrolio dai fondali del proprio mare. L’ombrina non deve esistere, questa specie di raffineria galleggiante che avrebbe inquinato mare e spiagge di questo meraviglioso pezzo di paradiso della Napolitania. Il motivo del “no a ombrina” è stato risentito da molti e quindi la protesta è stata cavalcata anche dai vari partiti italiani, magari gli stessi i cui rappresentanti hanno dato il via allo scempio nelle sedi italiane, che siano provinciali, regionali o statali. È questo il massimo dell’ipocrisia e della chiara e visibile differenza tra i vertici di un partito e i militanti stessi. Ma sono scesi anche i sindaci a nome della società civile, riconoscibili dalle loro fasce tricolorate e dai portastendardi dei comuni corrispettivi. Grande la partecipazione dei giovani tra cui si sono visti una folta schiera di boyscout della zona e ovviamente gli amanti dell’ambiente con i vessilli del WWF e Legambiente.
Come già a Potenza l’anno scorso, il Fronte non poteva rimanere fuori da tale manifestazione popolare e FLN è stato presente con il proprio striscione e le proprie bandiere, con i Patrioti venuti da Napoli, dalla Puglia doverosi dal richiamo alla lotta contro i soprusi italiani. Ci siamo mossi dando man forte agli amici compatrioti abruzzesi che ci hanno indicato l’evento. La distribuzione di volantini è stata esemplare, addirittura le persone prendevano l’iniziativa a chiederceli. Le nostre bandiere hanno suscitato curiosità e interesse, infatti molti si sono fermati a parlare e riconoscere l’unica via d’uscita ai nostri problemi: l’INDIPENDENZA!
Sia chiaro che non eravamo i soli a dirlo, ma anche chi si prodigava sul palco con canti diversi ci ha dato ragione, infatti il gruppo di ragazzi che cantavano, hanno iniziato a intonare la canzone “Brigante se more” di Eugenio Bennato, gli è stata regalata una nostra bandiera che hanno gradito molto.
Siamo stati sorpresi come molte persone siano al corrente dei veri fatti storici di questa falsa unità d’Italia e facilmente portandoli al ragionamento che fuori dall’Italia staremmo meglio. Siamo stati capaci di autogovernarci per più di sette secoli, potremmo riuscirci di nuovo, per il bene nostro e dei nostri figli. La prova era lì, nel parcheggio antistante la stazione ferroviaria, dove abbiamo notato una locomotiva a vapore che serviva le ferrovie adriatiche e costruita nelle officine di Pietrarsa a Napoli. La mia personale sensazione è stata che questo cimelio mi indicava la possibilità e mi dava la speranza che un giorno ritorneremo Stato sovrano e padroni a casa nostra. Viva la Napolitania indipendente!
NOXIAS HERBAS!
Il Portavoce
Antonio Iannaccone
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